Ogni attività umana comporta un certo grado di rischio, e quelle finanziarie o imprenditoriali non fanno certo eccezione. Quando si investe del capitale, la remunerazione è generalmente proporzionale al rischio che si corre, e un errore di calcolo in tal senso può portare a perdite impreviste e conseguenze negative anche molto gravi. Per questo in ogni attività - finanziaria o meno - è importante attuare sin dal principio un accurato processo di valutazione e gestione dei rischi presenti e futuri, in modo tale da minimizzare imprevisti e incognite. La gestione dei rischi non è altro che l'insieme delle modalità e degli strumenti con cui si misura l'aleatorietà di eventi negativi e si stabiliscono azioni concrete per affrontarli. Alla base del risk management vi è quindi un calcolo delle probabilità basato su valutazioni statistiche o esperienziali. L'impegno e la spesa dedicati all'adozione di misure di prevenzione del rischio variano quindi a seconda del tipo di attività intrapresa, ma anche alla probabilità che l'evento in questione si verifichi. Un imprenditore che stipula un'assicurazione o un risparmiatore che diversifica l'asset allocation del proprio portafoglio sta, di fatto, adottando misure preventive di gestione del rischio. Nelle imprese, la gestione del rischio (detta anche risk management) riguarda tutti gli eventi e le azioni che inficino la capacità aziendale di raggiungimento degli obiettivi stabiliti. In questo caso, spesso la gestione del rischio è affidata ad un apposito specialista, detto risk manager, che lavora di concerto con la dirigenza. Se l'impresa è di grandi dimensioni o divisa in più unità, la gestione del rischio può essere parimenti ripartita tra i responsabili dei vari dipartimenti.

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