Le società finanziarie, individuate all'articolo 106 del Testo unico bancario (decreto legge 385 del primo settembre 1993), sono intermediari finanziari diversi dalle banche che concedono finanziamenti, offrono servizi di intermediazione in cambi e pagamenti, e in generale forniscono professionalmente l'assunzione di partecipazioni e l'offerta di strumenti finanziari al pubblico. In base alla normativa vigente, le società finanziarie devono essere iscritte in un elenco generale tenuto dalla Banca d'Italia (sino al primo gennaio 2008 tale compito spettava all'Ufficio italiano dei cambi, successivamente soppresso). Vi sono poi due elenchi speciali riservati ad altrettante categorie di società finanziarie: il primo, sottoposto a maggior vigilanza, è riservato a quelle con specifici parametri rilevabili oggettivamente, come un volume di attività superiore a 103 milioni di euro circa e un patrimonio superiore ai 5 milioni. Nel secondo, invece, sono iscritte le società finanziarie la cui attività non sia destinata prevalentemente al pubblico, che godono di una vigilanza attenuata rispetto alle controparti rivolte al pubblico. Esiste poi un'ulteriore distinzione tra le società finanziarie di diritto comune e quelle specializzate per legge in una singola attività di riferimento (leasing, cessione di mutui, e così via). Le società finanziarie sono comunque soggette ai medesimi controlli di banche ed altri istituti di credito, con cui spesso condividono i medesimi parametri di valutazione del rischio. Le finanziarie, però, possono assumere qualsiasi forma societaria risulti idonea allo svolgimento dell'attività. A fine 2007, le società finanziarie attive in Italia erano circa 40mila sull'intero territorio nazionale. L'Associazione finanziarie italiane (Afin), costituita nel 2003, rappresenta gli interessi di categoria in Italia.

http://www.finanziarie.me